SINTOMI
Durante un episodio di
terrore notturno, una persona può:
- sedersi sul letto
- gridare, piangere
- avere rigidità
muscolare
- sudare, respirare
pesantemente o avere tachicardia
- non riuscire a
risvegliarsi
- essere inconsolabile
- scendere dal letto e
correre intorno alla casa
- impegnarsi in
comportamenti violenti (più comune negli adulti)
- stare con gli occhi
spalancati
- non ricordare nulla
al mattino.
DURATA DEGLI EPISODI
Gli episodi, si
verificano di solito nel primo terzo della notte, e la durata dell’episodio può
durare da alcuni secondi a 10 minuti, ma in alcuni casi può arrivare anche a
mezzora. Il disturbo mostra una graduale e spontanea remissione nel tempo.
QUANDO COMPARE IL
DISTURBO
I terrori notturni
sono relativamente rari, e colpiscono solo una piccola percentuale di bambini,
spesso di età compresa tra i 3 e 12 anni. Anche se i terrori notturni sono più
comuni nei bambini, possono colpire anche gli adulti di età compresa tra di 20
e i 30 anni. Tuttavia di solito il
terrore notturno non è motivo di preoccupazione essendo un fenomeno benigno e
transitorio.
RAPPORTO TRA TERRORI
NOTTURNI E ALTRI DISTURBI PSICOLOGICI
I bambini con terrori
notturni non hanno una maggiore incidenza di disturbi mentali o di
psicopatologia rispetto alla popolazione generale.
Al contrario, in età
adulta, è più elevata l’incidenza di problematiche psicopatologiche correlate,
quali il Disturbo Post-traumatico da Stress e soprattutto i Disturbi d'Ansia. I
Disturbi di Personalità a cui si associano i terrori notturni sono il Disturbo
Dipendente, Schizoide e Borderline.
DIAGNOSI
Per la diagnosi può essere
fatto un esame fisico o psicologico per identificare eventuali condizioni che
possono contribuire. Lo studio del sonno (polisonnografia) in un laboratorio
del sonno durante la notte è indicato nel caso in cui si renda necessaria una
diagnosi differenziale con episodi di natura epilettica in sonno oppure si
sospetti la presenza contemporanea di disturbi respiratori in sonno. Per il
resto, la diagnosi sulla base della storia clinica può essere sufficiente.
La diagnosi
differenziale deve essere fatta anche con gli incubi, tipici della fase REM del
sonno, da cui si differenziano per la fase del sonno interessata (prima parte
del sonno nel caso dei terrori notturni, fase centrale/ultima parte nel caso
degli incubi), ma anche per il fatto che generalmente il sognatore di un incubo
si sveglia dal sogno e ricorda i dettagli, mentre una persona che ha un
episodio di terrore rimane addormentata
e ha una totale amnesia dell’episodio al mattino.
I terrori notturni,
inoltre, devono essere distinti anche da episodi di attacchi di panico notturni
che consistono in un risveglio associato a tachicardia, sudorazione e
sensazione di soffocamento.
Spesso, le
manifestazioni del terrore notturno si sovrappongono a quelle del sonnambulismo
da cui il terrore notturno si differenzia per l’attivazione del sistema nervoso
autonomo (palpitazioni, sudorazione, tremore, rossore) e l’espressione di
terrore.
CAUSE
Vari fattori possono
scatenare un episodio di terrore notturno:
- privazione del sonno
- fatica
- stress
- ansia
- febbre (nei bambini)
- dormire in un
ambiente non familiare
- luci e rumori
- disturbi respiratori
- familiarità: c’è un
rischio 10 volte maggiore di sviluppare terrori notturni se almeno uno dei
parenti stretti ha sperimentato questo o altre parasonnie (es. sonnambulismo)
nella propria vita.
COMPLICAZIONI
I terrori non sono
necessariamente un problema. Possono però causare eccessiva sonnolenza diurna,
che può portare a difficoltà a scuola (o al lavoro, nel caso di persone adulte),
o problemi con le attività quotidiane . Gli episodi di terrore durante il sonno
possono generare disagio nelle relazioni sociali ed affettive. La persona,
infatti, può cominciare ad evitare situazioni nelle quali gli altri potrebbero
rendersi conto del disturbo, come andare in campeggio, dormire da amici o
compagni (o dormire con il partner, nel caso di adulti).
Danneggiare se stessi
o altri è un'altra possibile complicanza
rara. Occasionali terrori notturni di solito non sono un motivo di
preoccupazione.
E’ importante consultare
uno specialista se:
- diventano più
frequenti
- disturbano il sonno
- causano al bambino
la paura di andare a dormire
- portano a
comportamenti pericolosi o lesivi
- sembrano seguire lo
stesso modello di volta in volta.
TRATTAMENTI
Se i terrori notturni
hanno una frequenza inferiore ad un episodio a settimana e non mettono a
rischio di incidenti il bambino il trattamento non è necessario.
Se il terrore notturno
è associato ad una condizione di base
medica o psicologica, il trattamento è volto al problema di fondo. Se lo stress
o l'ansia sembrano contribuire, è fondamentale l'incontro con uno psicoterapeuta.
Il trattamento
farmacologico è utilizzato soltanto in casi estremi (episodi frequenti o
rischiosi per l’incolumità del bambino), in quanto potrebbe causare degli effetti
collaterali.
COME INTERVENIRE A
CASA?
Solitamente quando i
genitori vedono il proprio figlio agitarsi e piangere durante la notte in preda
al terrore, si sentono impotenti e si agitano a loro volta cercando di fermare
in ogni modo la crisi di terrore del piccolo. E’ importante adottare alcuni
comportamenti al fine di calmare il bambino senza arrecargli danno:
1) Quando il bambino
ha una crisi di terrore, è importante mantenere la calma. Non scuoterlo mai né
tantomeno gridare in presenza di un episodio di terrore notturno, questo
peggiorerebbe le cose. Molto meglio aspettare e calmare il bambino con
tranquillità. Talvolta il sentimento di impotenza nei confronti del bambino è
forte ma è importante non farlo spaventare maggiormente.
2) Durante l’attacco
di terrore il bambino non sarà sveglio. Quando si accorre da lui, bisogna fare
attenzione a non svegliarlo prendendolo in braccio, poiché ciò potrebbe
peggiorare e prolungare ancora di più la crisi in corso. Piuttosto, è possibile
accarezzarlo con dolcezza facendogli comunque percepire la vostra presenza al
suo fianco. Anche se lui urlerà e piangerà per alcuni istanti, è importante
cercare di parlargli a bassa voce.
3) Probabilmente, se
il bambino ha avuto una crisi, la causa sarà da ricercare in qualche
avvenimento accaduto durante la giornata, che ha in qualche modo generato
stress e tensione in lui. Pertanto è importante cercare di limitare gli stimoli
nel corso della giornata e curare l’igiene del sonno (mantenere un regolare ritmo
sonno veglia, evitare caffeina e coca-cola, ecc…).
4) Infine è
controproducente riferire al bambino, il giorno seguente, quanto avvenuto
durante la notte poiché questo potrebbe causare disturbi d’ansia.
Dott.ssa Rita Manzo, Psicologa e Psicoterapeuta
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