ADHD
- Disturbo da Deficit di attenzione/Iperattività
Il
Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo evolutivo dell’autocontrollo caratterizzato da una
difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del
livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità
del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere
del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. Tale disturbo nel 70-80% dei casi
coesiste con uno o altri disturbi. Ciò aggrava la sintomatologia rendendo
complessa sia la diagnosi che la terapia. Quelli più frequentemente associati
sono il disturbo oppositivo-provocatorio e i disturbi della condotta, i
disturbi specifici dell'apprendimento e i disturbi d'ansia. L’ADHD
è un vero problema, per l’individuo stesso, per la famiglia e per la scuola, e spesso rappresenta un ostacolo
nel conseguimento degli obiettivi personali. E’ un problema che genera
sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano
impreparati nella gestione del comportamento del bambino.
Criteri diagnostici per il Disturbo da
Deficit di attenzione/Iperattività
La più recente descrizione dell’ADHD è contenuta nel DSM-IV secondo il quale, per
poter porre diagnosi di ADHD, un bambino deve presentare almeno 6 sintomi per
un minimo di sei mesi e in almeno due contesti; inoltre, è necessario che tali
manifestazioni siano presenti prima dei 7 anni di età e soprattutto che
compromettano il rendimento scolastico e/o sociale. Se un soggetto presenta
esclusivamente 6 dei 9 sintomi di disattenzione, viene posta diagnosi di ADHD - sottotipo disattento; se
presenta esclusivamente 6 dei 9 sintomi di iperattività-impulsività, allora
viene posta diagnosi di ADHD -
sottotipo iperattivo-impulsivo; infine se il soggetto presenta entrambe le
problematiche, allora si pone diagnosi di ADHD
- sottotipo combinato.
A. Entrambi (1) o
(2):
1) sei (o più) dei seguenti sintomi di Disattenzione che
persistano per almeno 6 mesi con un’intensità che provoca disadattamento e che
contrasta con il livello di sviluppo:
Disattenzione
(a)
spesso fallisce nel prestare attenzione ai dettagli o compie errori di
inattenzione nei compiti a scuola, nel lavoro o in altre attività;
(b)
spesso ha difficoltà nel sostenere l’attenzione nei compiti o in attività di
gioco;
(c)
spesso sembra non ascoltare quando gli si parla direttamente;
(d)
spesso non segue completamente le istruzioni e incontra difficoltà nel
terminare i compiti di scuola, lavori domestici o mansioni nel lavoro (non
dovute a comportamento oppositivo o a difficoltà di comprensione);
(e)
spesso ha difficoltà ad organizzare compiti o attività varie;
(f)
spesso evita, prova avversione o è riluttante ad impegnarsi in compiti che
richiedono sforzo mentale sostenuto (es. compiti a casa o a scuola);
(g)
spesso perde materiale necessario per compiti o altre attività (es. giocattoli,
compiti
assegnati,
matite, libri, ecc.);
(h)
spesso è facilmente distratto da stimoli esterni;
(i)
spesso è sbadato nelle attività quotidiane.
2) sei (o più) dei seguenti sintomi di
Iperattività-Impulsività che persistono per almeno 6 mesi ad un grado che sia
disadattivo e inappropriato secondo il livello di sviluppo:
Iperattività
(a)
spesso muove le mani o i piedi o si agita nella seggiola;
(b) spesso si alza in classe o in altre situazioni dove
ci si aspetta che rimanga seduto;
(c) spesso corre in giro o si arrampica eccessivamente
in situazioni in cui non
è appropriato (in adolescenti e adulti può essere limitato ad una sensazione soggettiva di
irrequietezza);
è appropriato (in adolescenti e adulti può essere limitato ad una sensazione soggettiva di
irrequietezza);
(d) spesso ha difficoltà a giocare o ad impegnarsi in
attività tranquille in modo quieto;
(e) è continuamente “in marcia” o agisce come se fosse
“spinto da un motorino”;
(f) spesso parla eccessivamente;
Impulsività
(g) spesso “spara” delle risposte prima che venga
completata la domanda;
(h) spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno;
(i) spesso interrompe o si comporta in modo invadente
verso gli altri (es. irrompe nei giochi o nelle conversazioni degli altri).
B. I
sintomi iperattivi-impulsivi o di disattenzione che causano le difficoltà
devono essere presenti prima dei 7 anni.
C. I
problemi causati dai sintomi devono manifestarsi in almeno due contesti (es. a
scuola [o al lavoro] e a casa).
D. Ci
deve essere una chiara evidenza clinica di una significativa menomazione nel
funzionamento sociale, scolastico o lavorativo.
E. I
sintomi non si manifestano esclusivamente nel corso di un Disturbo
Generalizzato dello Sviluppo, Schizofrenia o altri Disturbi Psicotici oppure
che non siano meglio giustificati da altri disturbi mentali (es. Disturbi
dell’Umore, Disturbi Ansiosi, Disturbi Dissociativi o Disturbi di Personalità).
I
sintomi peggiorano tipicamente in situazioni che richiedono attenzione e sforzo
mentale protratti o che mancano di attrattiva o di novità. I segni del disturbo
possono essere minimi o assenti quando il soggetto è sotto controllo, ed è più
probabile che si manifestino in situazioni di gruppo. L’ADHD non è un problema
marginale che si risolve con l’età.
Contrariamente a quanto si riteneva un tempo, infatti, la condizione può persistere in età adulta. La sua storia naturale è caratterizzata dalla
persistenza fino all’adolescenza in circa due terzi dei casi e fino all’età
adulta in circa un terzo o la metà dei casi. Molti di quelli che non
rientrano più nella descrizione clinica dell’ADHD hanno ancora significativi
problemi di adattamento nel lavoro, a scuola o in altri contesti sociali.
Le
caratteristiche del disturbo variano a seconda dell’età e del livello di
sviluppo e possono includere scarsa tolleranza alla frustrazione, eccessi
d’ira, prepotenza, caparbietà, labilità d’umore, disforia, scarsa autostima,
rifiuto da parte dei coetanei. I risultati scolastici sono spesso compromessi e
i soggetti conseguono un livello di istruzione inferiore.
E’
difficile stabilire una diagnosi nei bambini con meno di 4-5 anni perché il
loro comportamento è molto più variabile di quello dei bambini più grandi.
Nella tarda fanciullezza o nella prima adolescenza i segni di attività motoria
sono eccessivi e grossolani e i sintomi di iperattività possono essere limitati
a irrequietezza, nervosismo interiore. Nell’età adulta l’irrequietezza può
comportare difficoltà di partecipare ad attività sedentarie o l’evitamento di
situazioni che limitino l’attività di comportamento spontaneo.
Una causa specifica dell'ADHD non
è ancora nota. Ci sono tuttavia una serie di
fattori che possono contribuire a far nascere o fare esacerbare l'ADHD. Tra
questi ci sono fattori genetici e le condizioni sociali e fisiche del soggetto.
E’ necessario capire se il bambino abbia veramente un
Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività oppure se sia semplicemente
irrequieto e con la testa tra le nuvole. Nessuna persona, che non sia uno
specialista (ad esempio, uno psicologo o un neuropsichiatra infantile), si deve
sentire autorizzata a decidere se un bambino presenta o meno un ADHD.
Nessun commento:
Posta un commento
Puoi lasciare qui il tuo commento all'articolo!